
Non avendo figli per fortuna ho risparmiato loro questa sofferenza. Pure io come altri, mi sono isolata piano piano dalle mie conoscenze e dagli affetti più amati rifiutando la vita sociale perché così potevo bere di nascosto nella solitudine di casa. Che dire? Per fortuna non so come ho avuto la forza di contattare un gruppo di A.A. che mi ha accolto con affetto, coccolata, assistita quasi ogni giorno. Con A.A. sto imparando mediante il Programma di recupero, che il bisogno di bere è solo un sintomo, ovvero una reazione esagerata delle mie emozioni caratteriali con conseguenti ansie, paure, enfatizzazione dei problemi quotidiani, nonché autocommiserazione di me stessa dando, senza alcun dubbio, sempre colpa a qualcuno o a qualcosa del mio malessere.
Certo non sarà facile ma con il tempo, il coraggio, la buona volontà e l’aiuto reciproco voglio farcela anche perché credo che il Programma sia oltremodo un insegnamento di vita per tutti. Devo aggiungere che dopo pochi mesi di sobrietà sono più serena, sto imparando a vivere i problemi quotidiani, giorno per giorno, a prendermi cura amorevolmente della mamma senza più vittimismi e ad accettare le cose che non posso cambiare, perché solo così riuscirò a star bene con me stessa. Ringrazierò sempre A.A. per l’ accoglienza e la possibilità di recupero offertami.