Gentile direttore, il principio base dello sport – perfino del calcio – dovrebbe restare immutabile: gareggiare con onore e lealtà. Vincere fa piacere a tutti ma l’impresa più difficile è vincere (e perdere) con eleganza. E non è riuscita alla Germania campione del mondo, l’altra settimana contro la Nazionale di San Marino. Sul campo hanno stravinto 8 a 0. Fuori però si può dire che abbiano perso. Infatti subito dopo la gara Muller il capitano scandisce: “Non capisco gare come queste” ovvero al pericolo di farsi male anche se la partita era ufficiale, valida per le qualificazioni mondiali nel 2018 in Russia.. Da cartellino rosso pure Kalle Rummenigge già fuoriclasse e ora dirigente calcistico: “In un posto squallido e con questa squadra avversaria, i nostri giocatori sono a rischio infortunio”. La replica del portavoce della squadra di casa non si è fatta attendere affermando valide ragioni tre di cui decisive: che il calcio non ha un proprietario “ma è di tutti coloro che lo amano”; che con i soldi dei diritti della partita sarà costruito “un campo nuovo nel paesino di Acquaviva”; che i tedeschi vestono “il modello più bello di divise dell’Adidas, ma sotto sotto sono sempre quelli che mettono i calzini bianchi sotto i sandali”. E qui tutto torna: è questione di eleganza. Alla fine dunque, il Davide sconfitto è risultato un gigante, vincitore morale. Anzi un Titano trattandosi di San Marino.
Cordialità
Paolo Pagliani