Gentile direttore, nel tentativo di difendere la moglie da insulti razzisti, a Fermo, è stato ucciso un migrante da un balordo razzista che, dopo calci e sputi, con un pugno gli ha fracassato il cranio. Scampato alle bombe dei terroristi islamici in Nigeria, picchiato da malviventi in Libia, era riuscito ad imbarcarsi per l’Italia per arrivare a Palermo con la compagna che aveva perso il figlio nella traversata, Emmanuel di anni 36, è approdato nelle Marche dove anziché una vita migliore ha trovato la morte. A far scattare la furia omicida del pregiudicato italiano – conosciuto dalle forze dell’ordine come un capo ultrà della tifoseria della locale squadra di calcio – è stata la reazione ai pesanti insulti razzisti nei confronti della compagna: <<Scimmia africana>>. Mentre non cessano i duri viaggi della disperazione e della speranza mentre tanti italiani si rimboccano le maniche e aprono il cuore all’accoglienza generosa ed efficiente, c’è chi soffia sul fuoco sprigionando una miscela mefitica. Questa però non è la vera Italia, che accoglie e protegge da chi scaglia invettive per strada, dà spazio all’intolleranza, insulta, cavalca il malcontento usando la xenofobia per incassare voti, facili consensi facendo leva sulle paure ed angosce dei cittadini, per costruire ad arte uno scenario di terrore dell’altro. Sembra un film dell’orrore ma è una tragedia vera.
Cordialità
Paolo Pagliani