Un uomo solo al comando della Novellara Sportiva
Ogni storia, meravigliosa o normale, straordinaria o comune che sia, ha sempre un inizio e una fine e quella di Giuliano Gaioni, per gli amici semplicemente “Marlòn”, figura storica del calcio di casa nostra, un mix di passione, caparbietà, idee e sforzi economici, non è diversa da tante altre. E’ stato un dirigente della Novellara Sportiva per quasi vent’anni, dai primi anni ’70 a fine ’80 è stato l’anima, si può dire, della società azzurra. Un amore ed un legame fortissimo per il pallone, lui che in gioventù non è stato calciatore pur non risparmiandosi qualche pedata, ha saputo ritagliarsi su misura uno spazio e portare avanti le proprio idee in una società che aveva perso nel tempo identità e annebiato il prestigio di un passato glorioso. Marlòn, ha speso parte della sua vita e del suo stipendio… nel calcio a cui ha dedicato, praticamente, tutto il suo tempo libero e nella società l’ha visto ricoprire anche diverse cariche.
Con un gruppo di amici, tra i quali Nevio Guaitolini, Oreste Bassi, Gino Facinioli, Appio Morellini, insieme ai veterani e collaudati Carlo Cocconi, Enzo Meloni (oggi il campo sportivo porta il suo nome) e Wilder Zini, ha contribuito a risollevare le sorti del calcio locale portandolo a raggiungere traguardi importanti.
Affidabile, generoso e cordiale, di carattere buono, nonostante tradisse una certa timidezza, ma rispettoso delle idee altrui, sapeva ascoltare le opinioni e farne tesoro. Volto molto noto nel panorama del calcio dilettantistico reggiano e mantovano, che lo ha visto per anni protagonista assoluto e punto di riferimento rassicurante per giocatori e sportivi, sempre pronto con una parola buona o severa secondo le circostanze, Marlòn, si è sempre molto impegnato, dando la propria disponibilità, soprattutto nei riguardi di quei giocatori e sono stati tanti arrivati da fuori paese, che in quegli anni hanno vestito la maglia azzurra. Dopo il lavoro alla ditta Arbor, era la Novellara Sportiva la sua vera passione, quasi una ragione di vita. Al campo lo si vedeva in qualsiasi ora: al mattino presto, quando c’erano da pulire gli spogliatoi, sistemare maglie, scarpe e palloni e la sera tardi, quando bisognava irrigare il terreno di gioco per far ricrescere l’erba laddove era venuta a mancare. La domenica pomeriggio, dopo la partita, lo si incontrava al Bar Pineta seduto al tavolo a scrivere, dopo varie telefonate e prima del solito e inevitabile fiume di chiacchiere sulla partita stessa, risultati e classifica del campionato per il piacere e la soddisfazione di tifosi e sportivi.
Accese ma corrette nella forma le sue battaglie con l’amico-nemico Claudio Piccinini, in modo particolare quando si organizzava, nel periodo estivo, il torneo notturno dei bar e i due, seduti su panchine opposte, si giocavano spesso la vittoria finale.
Oggi, Giuliano, anzi all’amico Marlòn a cui va il mio affettuoso saluto, pur non frequentando più il campo, anche per un serio problema alla vista che lo ha accompagnato dalla nascita a portare gli occhiali e in questi ultimi tempi sottoposto a diverse cure, il calcio gli è rimasto dentro. Osservatore attento dei risultati della sua Inter, ma soprattutto della Novellara Sportiva, non rinuncia a qualche invito a tavola con amici ed ex giocatori dove ricorda con orgoglio e soddisfazione avventure e aneddoti del tempo trascorso.
Lorenzo Jotti

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