Gentile direttore, a molti politici d’oggi, la crescita interessa solo in una prospettiva elettorale, mentre in passato è stata una buona alleata delle nostre battaglie per i diritti sociali. Quando la torta cresce, anche i padroni più riottosi accettano che una parte della ricchezza sia destinata ai bisogni sociali. Ma ora che siamo dei pachidermi e che non ci sono più margini per la crescita, quale strategia useremo? La domanda è seria perché con il crescere dell’economia i bisogni sociali sono aumentati. La popolazione invecchia e sono sempre pia numerose le persone che hanno bisogno di assistenza, le malattie si fanno più complesse e costose, le città sempre più insicure e caotiche… Il numero di poveri, di precari, di emarginati è in aumento. Il sistema la sua risposta l’ha data. Radicale. E’ l’eliminazione dell’economia pubblica come pure in Europa. Le pensioni sono compresse, la sanità tagliata, l’assistenza sociale ridotta, la gestione della scuola, degli ospedali, degli acquedotti, dell’energia è stata affidata ai privati. La vecchia idea di società forte, organizzata sotto l’ombrello dello Stato sta cedendo il passo a un’ideologia di segno isolazionista. Un progetto che punta a separarci gli uni dagli altri, affinché ciascuno sia solo di fronte ai propri problemi. Soli di fronte alla precarietà, al freddo, alla fame, alla disperazione. Con un’unica via di uscita: il mercato. Per qualsiasi richiesta, il mercato è pronto è pronto a intervenire con migliaia, milioni di imprese in attesa. Imprese farmaceutiche, imprese di fondi pensione, imprese universitarie, di assicurazione, di fondi pensione, imprese di conforto: sono tutte lì pronte per soddisfare i bisogni. Ma il mercato ha le sue regole. E la prima è che il mercato è bravo a soddisfare voglie e urgenze, ma si deve pagare scoprendo così che esso non è per tutti. Il mercato è solo per chi ha i soldi. Chi ha denaro da spendere è il benvenuto, il grande corteggiato, il grande riverito. Chi non ne ha è il grande rifiutato, il grande escluso, il grande disprezzato.
Cordialità
Paolo Pagliani