
Caro direttore, si legge spesso di mediocrità che alligna dappertutto, nella società civile, ecclesiastica, nelle famiglie e nelle comunità, negli ambienti di lavoro, di studio e non poteva mancare la politica. Un grande giornalista del secolo scorso, Mario Missiroli, in una citazione diceva che << L’avere più ingegno del comune è sempre una grande colpa agli occhi dei mediocri >>. La caratteristica di questo difetto è la gelosia sfrenata, l’ invidia per tutto ciò che sta sopra il proprio livello di basso profilo. Ed ecco, allora, scatenarsi non tanto il confronto chiaro e netto (il mediocre sa che alla luce della verità soccomberebbe) ma la sottile erosione della dignità dell’ altro, l’uso ipocrita del giudizio, l’adozione colpevole della calunnia, il ricorso a oscuri maneggi, la coalizione con altri mediocri, la frenetica ricerca di ogni occasione per fare cadere chi è superiore per intelligenza, umanità e capacità. Si potrebbe a lungo descrivere il ritratto del mediocre, che è nemico di ogni ingegno, di ogni grandezza, di ogni libertà di spirito. A prescindere dalle doti che uno possiede, un germe di questa malattia è insita in noi ed esige il coraggio di estirparlo senza tante storie e giustificazioni falsamente religiose e moralistiche.