
I media di regime ti ingannano.
Gentile direttore, non per niente la pubblicità televisiva costa molto di più di quella radiofonica in quanto attraverso i nostri occhi il mondo penetra nel nostro cervello condizionando i nostri comportamenti e le nostre scelte, come ben sanno i “guru” pubblicitari. Questi ne son ben consapevoli ed è giusto che lo siamo anche noi. Tentiamo di educare il nostro occhio a dividere ciò che va guardato da ciò che non lo merita. Di conseguenza alleniamo il nostro cervello a interpretare al di là delle immagini, ad elaborare una configurazione personale di fatti, eventi, persone che assorbiamo attraverso la vista. Non vuole essere un discorso puritano su ciò che è più o meno edificante, in termini di spettacolo. La distinzione non va fatta mettendo all’ indice mezzi di comunicazione che propongono scene di nudo o comunque azzardate. Il nostro quotidiano ne è talmente infarcito che quasi si prova noia allo spettacolo delle rotondità tremolanti dell’ ennesima velina, o aspirante sposa di calciatore. La distinzione che l’ occhio deve fare è tra ciò che è “intelligente” e ciò che che non lo è. Non possiamo, non dobbiamo permettere che la nostra testa sia violentata da spettacoli durante i quali viene spacciata come tv verità, una accozzaglia di tramontati personaggi di eventi che si accapigliano, urlano e piangono, poverini, abbandonati su un’ isola per di più tropicale dove pochi di noi avranno mai la fortuna di andare. Guardiamo con distacco questi “spettacoli” e allontaniamocene piano, non visti. Nel bailamme generale nessuno si accorgerà della nostra assenza. Lo dobbiamo agli unici occhi che ci sono stati forniti e al fragile, unico cervello che abbiamo. E’ una questione di rispetto.
Cordialità
Paolo Pagliani
