Gentile direttore, bello ricevere un regalo. Bello farlo, come domenica. Soprattutto se si ottiene l’ effetto di rendere felice chi lo riceve. E non è detto che il grado di felicità dipenda dal valore economico del regalo, così come non è detto che il regalo vada fatto solo in occasioni “canoniche”. Penso a quanto sia banale e scontato un mazzo di rose per l’anniversario; peggio se fatto recapitare dal fioraio; che scarsa fantasia. Oppure il “brillante” per la data importante. Certo, brilla. Ma brilla pure per banalità. Cosa dimostra che siamo ricchi? Che non badiamo a spese? Ma che cosa vogliamo realmente comunicare al destinatario? Forse che siamo dotati di buona memoria e di un’agendina affidabile. Il “dono” è quello inaspettato, quello che lascia senza parole, quello che spazza d’un colpo via la polvere di un rapporto che pare reggersi solo sulla intelaiatura di meccanismi e abitudini consolidate. La sorpresa di tornare a casa e trovare la tavola imbandita come se fosse una festa, semplicemente perchè è bello farlo. La gioia di ricevere una telefonata a metà mattina, al lavoro, e sentirsi dire: <<Ciao, avevo voglia di sentirti >> anziché le solite comunicazioni di servizio riguardo la spesa da fare e amenità simili. Che bello! Manifesta amore, manifesta all’interno del rapporto la presenza di vita. Oppure un regalo, un pensierino anche non costoso ma che dimostri che abbiamo cercato, vagliato, che ci abbiamo pensato sul serio, senza che ci sia per forza un’occasione, una ricorrenza. La vera festa è quella che si fa quando non c’è nulla da festeggiare, se non la gioia di essere vivi, di vivere insieme. Lasciamo stare il portamonete. Non è questione di denaro, ma di cuore. Basta provarci, con una semplice telefonata o un abbraccio improvviso. Anche questi sono doni. Specie se giungono inaspettati e senza un motivo particolare.
Cordialità
Paolo Pagliani

Per informazioni telefonare al 3333 460 860