Gentile direttore, non piove, manca l’acqua. Non ci sono riserve di neve ed è un inverno con temperature superiori alla media della stagione; nei prati spuntano già le primule. Le conseguenze negative di questo sconvolgimento climatico sono le aride campagne e fiumi e laghi che mostrano altezze idrometriche ampiamente sotto la norma. E’ l’emergenza ambientale del momento. L’ultimo studio idrico nazionale risale al 1999: occorre che si incontrino intorno ad un tavolo, ambientalisti, imprenditi e governo, per capire quali sono le disponibilità idriche e le effettive risorse, per poter indirizzare gli investimenti, anche sul fronte del recupero e della depurazione, prima che sia troppo tardi; senza dimenticare la qualità dell’acqua perchè quando è inquinata è come non averla… Il paradosso è che l’Italia è uno dei Paesi più ricchi di acqua al mondo ed anche di buona qualità ma è tra quelli che soffrono di più nella distribuzione e nella gestione delle risorse idriche. Gli acquedotti in alcune zone sono dei colabrodo perdendo il 70%; vanno riammodernati. C’è troppa frammentazione di competenze in questo settore; non si dialoga per stabilire se ci sono usi da fermare e quali sono le priorità. E non va dimenticata la respnsabilità di noi cittadini. In tempi di crisi è quanto mai necessario che ognuno si impegni a non sprecare l’acqua. A partire dal rubinetto di casa.
Cordialità
Paolo Pagliani