
Gentile direttore, in questo particolare momento storico ci troviamo a rimpiangere
<<la comunicazione perduta>>, i fallimenti di dialogo, gli incontri mancati. Il linguaggio oggi dominante è quello della violenza che si manifesta nel rifiuto dei valori della gentilezza, dell’ascolto, della partecipazione al dolore e alla sofferenza, della comprensione delle ragioni degli altri, delle fragilità umane e in fondo della solidarietà. Solo questi valori umani consentono relazioni umane che non feriscono la dignità e la libertà delle persone e che si riassunono nell’invito evangelico: ama il prossimo tuo come te stesso. Dall’indifferenza a questi valori discendono una quotidiana violenza sotterranea, nutrita di indifferenza ed egoismo, e una violenza manifesta che giunge a essere come in questi giorni di indicibile angoscia, portatrice disumana di morte. A questo linguaggio si contrappone quello, oggi più debole e talora invisibile agli occhi del mondo, della tenerezza e della gentilezza che si muove sulla scia dei valori negati e oscurati dalla violenza. Ma non lasciamo morire in noi la speranza che, come dice Sant’Agostino, è la memoria del futuro, con la quale guardare con serenità e nel distacco dalle cose così difficili da raggiungere nella vita di ogni giorno. E il Natale cristiano è il momento in cui la speranza in Cristo si fa luce intensissima e salvezza.
Cordialità
Paolo Pagliani

Oggigiorno se non sei online non sei nessuno: questa è la regola di internet.
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