
Gentile direttore, visionando Facebook stamani ho condiviso un link divertente dove appariva Tom cammuffato e Gerry che sosteneva: ” Esistono poche persone che meritano di essere chiamati Amici “. Considero l’amicizia pure io, come l’espressione più alta della socialità, proprio perché la dimensione affettiva prevale assolutamente sull’interesse. Perciò interrogarsi su questo legame serve, sia pure in modo indiretto, a stabilire il grado di coesione sociale esistente. Oggi viviamo un’amicizia allucinata, per lo più improvvisata dove conta quello che noi proiettiamo sull’amico più di quanto egli non sia, un’amicizia delle apparenze non delle qualità. Inoltre l’uso del termine è speso con troppa facilità venendo talora riferito a semplici conoscenze che sono rivendicate come una decorazione del proprio status sociale. Tanto che il numero delle amicizie presunte è direttamente proporzionale all’aumento del proprio potere sociale e della propria fama. In realtà si tratta soltanto di amicizie illusorie o semplicemente inventate. In questo momento storico sembrano smarrite le condizioni stesse che promuovono l’ amicizia; i cambiamenti troppo rapidi e lo sconvolgente numero di incontri che si limitano a una toccata e fuga impediscono un rapporto che ha bisogno di essere approfondito e coltivato. Una volta si respirava un clima diverso anche nei posti di lavoro che offrivano l’ opportunità preziosa di incontri prolungati e duraturi. L’indice di conflittualità che caratterizza il tempo presente, spinge sempre di più alla inimicizia e alla lotta, piuttosto a quell’intesa anche affettiva alla base dell’amicizia. Non è casuale che questo mutamento di questo legame (amicizia-inimicizia) nel mondo attuale, sia un ennesimo indice di disgregazione. Il che significa che, fino a prova contraria, le persone che incontriamo e ruotano intorno a noi sono dei nemici. Ecco dove nasce la diffidenza, la difficoltà ad accogliere lo “straniero”, un atteggiamento che dovrebbe sorprenderci se pensiamo che nella cultura greca e romana lo straniero era considerato portatore di novità, di conoscenza e di cultura, dunque un ospite sacro.