
Gentile direttore, l’inverno demografico incombe sulla vecchia Europa e i nipoti saranno sempre di meno e anche i nonni di conseguenza rischiano di esercitare la loro “nonnità”, in maniera risicata, limitata, striminzita. Bambini messi al mondo in quantità che dire modica è un eufemismo (la media per donna nel 2015 sarà secondo le stime Istat di 1,39, una miseria), spesso ai tempi supplementari (primipare oltre i 30 anni). La situazione non è così tragica nel breve/medio termine. E meno male
perché un mondo senza nipoti o tutt’al più a contendersi in quattro l’affetto di uno solo o due discendenti, sarebbe più povero e deprimente. Peccato,
perché essere (e fare i nonni), viene confermato, è una delle cose più belle del mondo. <<Per i piccoli è un gigante buono
perché soddisfa tre bisogni fondamentali: il bisogno di tenerezza (trascurato dai genitori che vanno sempre un po’ di fretta), il bisogno di sicurezza (
perché sono un’ alternativa all’ agitazione dei genitori) e il bisogno di allegrezza>>. L’ importante è non esagerare:
perché in Italia, complice da una parte la scarsità dei servizi che ha costretto molte famiglie a rinunciare all’ asilo, i nonni spesso sono arruolati full-time, in una corvèe domestica non sempre positiva. In una società condannata a vivere lo stress dell’incertezza e l’ansia delle aspettative sempre più incalzanti, una
società che ha fretta di correre e che per questo spesso si perde i momenti più belli e fatica a vivere gli attimi, la figura dei nonni è un patrimonio che andrebbe tutelato. Per i bambini lo spazio dedicato ai nonni è magico, non vivono la dimensione della regola ma la percezione dell’amore in quanto essenzialmente vitali e speciali per il solo fatto di esserci. l rapporto nonno-nipoti si conferma luogo privilegiato di affetti e approfondimento.