
Gentile direttore, ogni tanto emerge la realtà dello spreco enorme di cibo che noi “benestanti” produciamo e nel dramma degli “affamati” nel mondo povero. E’ giusto pensarci ancora mentre è in corso l’Expo a Mi con il tema suggestivo
“Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Non sarà questo – dispendioso e sfarzoso – avvenimento milanese, ad affrontare e a portare soluzioni concrete al problema della fame e allo scandalo dello spreco. I visitatori si dividono in due folle: a chi piace, a chi no, con altrettante ragioni più o meno valide. Pochissimi all’uscita, hanno fatto un pensierino a…nutrire il pianeta. Tutti abbiamo commentato sul cibo con cui ci siamo nutriti e al caro prezzo. Uno scrittore sudamericano afferma che:
<<Sembra una beffa crudele che si possa utilizzare una gigantesca fiera del business per discutere della tragedia di un miliardo di esseri umani, di cui sono responsabili i maggiori Paesi presenti all’Expo. E’ un controsenso!>> E un’altro:
<<Anche la Expo fa parte del “paradosso dell’ abbondanza”, se obbedisce alla cultura dello spreco e non contribuisce a un modello di sviluppo equo e sostenibile>>. Sono tre i grandi abusi: lo sfruttamento, la rapina, lo spreco. Vari Paesi impoveriti sono ricchi di giacimenti minerari che, con la compiacenza di governi corrotti, vanno in mano a corporazioni straniere che li
sfruttano senza lasciare alcun vantaggio alla popolazione locale. Altre multinazionali, con la corruzione si appropriano delle terre fertili, specialmente in Africa e America latina,
rapinandole ai legittimi proprietari, costretti a emigrare o a lavorare per pochi centesimi su colture utili ai nuovi padroni. Lo
spreco alimentare, invece, è un abuso più diffuso e appartiene a tutti noi, più o meno benestanti; sono milioni di tonnellate di cibo o in miliardi di euro in valore finanziario. Dipende da noi, conferma Papa Francesco, cambiare mentalità, per smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto sulla vita di chi – vicino o lontano – soffre la fame.