
Gentile direttore,molte volte mi son sentito porre questa domanda conversando con amici e conoscenti, pure io me la sono posta senza trovare una risposta soddisfacente; <<
Ma dove stiamo andando?>>. In questi ultimi tempi abbiamo assistito ad avvenimenti sconcertanti; sono rinati o continuano conflitti che l’ostinazione e la irragionevolezza umana stanno riprendendo. Leggiamo e sentiamo commenti di inimmaginabile disumanità sui naufraghi del Mediterraneo e di coniugi che fino a ieri andavano d’amore e d’accordo
e improvvisamente si rivelano assassini. E’ vero, di simili tragedie:
<<ci sono sempre state>> dicono quelli che vogliono sminuirne la gravità. Siamo però in presenza di fatti che rivelano una mentalità che ha smarrito i valori e i criteri fondamentali: il valore della vita umana, il rispetto della persona, il dialogo come soluzione dei conflitti, la solidarietà, la compassione e la tolleranza in un mondo che sembra avvitarsi in un narcisismo che vede solo se stesso, i propri bisogni e i propri interessi, disposto ad eliminare senza pietà chi non li condivide. “E’ bello spaccare tutto…”, diceva un manifestante anti-Expo. Dobbiamo riconoscere di esser davanti a un generale scollamento di quei valori che, tenendoli collegati, sostenevano l’esistenza e che ora invece finiscono per scontrarsi tra di loro e auto distruggersi. Siamo alla bancarotta dell’umanesimo, effetto paradossale dell’informazione che invece di collegare le persone, le isola, rendendole più vulnerabili nella loro solitudine.. Deve rinascere – e tocca a noi esserne i diffusori – un umanesimo, che sembra nuovo ma è più antico della modernità, che punti al rilancio della convivenza civile nel rispetto della persona e della sua dignità cominciando dai più poveri e dai più deboli.