Al di là dell’oceano e oltre le Ande: prossima fermata Pucallpa

Giornata ritiro Cdc 015ASarà capitato almeno una volta in vita di fermarsi davanti al tabellone delle partenze negli aeroporti e nella stazione dei treni. Fermarsi proprio lì sotto, guardando scorrere le lettere delle città, italiane e straniere. Fermarsi mentre il mondo di persone affaccendate ti passa accanto, spesso a occhi bassi o fissi ad un punto indefinito. Fermarsi e sognare una qualsiasi di queste città, dove vorresti andare: Londra, Parigi, New York, San Paolo, e via così… lasciandosi prendere dall’emozione del momento, dal desiderio di cambiare un po’ aria, di conoscere qualcosa di nuovo, magari perché si è anche un po’ stanchi delle solite cose. Ma ci sono anche destinazioni ignote, città che non compaiono su questi tabelloni, né sui manifesti pubblicitari, nemmeno tra le vetrine delle agenzie di viaggio. Tra queste, Pucallpa, in Perù.
Non è per niente ovvio sapere che esiste, né tanto meno sale così spontaneo il desiderio di andarci. Perché non ha i richiami storici, o artistici, o culturali delle città famose; perché non è un villaggio turistico, e non si incontrano comodità, bensì disagi; perché chi ci va in genere “sacrifica” le proprie vacanze e i propri risparmi; perché non è nemmeno dietro l’angolo, bensì aldilà dell’oceano, e oltre le Ande. Perché poi soprattutto si incontra con un volto che a nessuno piace vedere: la povertà.
Chi va a Pucallpa incontra gente povera, ma anche dignitosa nella sua condizione. “Cosa possiamo fare per loro?” è la domanda che nasce dalla generosità della buona gente di fronte alle varie, continue, drammatiche emergenze della povertà. La generosità di chi con un piccolo gesto vorrebbe aiutare per tentare di risolvere qualcosa, che già è una bella cosa. Ma andarci, proprio lì, in questo posto sconosciuto, ha un valore aggiunto, cioè condividere anche solo per poche settimane il proprio tempo con la gente povera. E non è per sentirsi migliori di altri, né per fare qualcosa di eroico, piuttosto per riscoprire con piacevole sorpresa una parola sommersa dalla polvere: umanità.
Così, nel prossimo agosto, tra i tanti partenti missionari, giovani e adulti, della Diocesi di Reggio Emilia per varie località povere, si rinnova la collaborazione tra la parrocchia di Novellara e la parrocchia San Francisco de Asís, in Pucallpa, nelle persone di don Carlo, Giorgio, Lisa e Giulia.
È già il quarto gruppo, ciascuno ha lasciato una parte di sé, e ciascuno si è lasciato mettere alla prova da questo incontro. Posso dire di aver visto l’umanità personale dei partecipanti essere messa alla prova, e quando uno vede la povertà reagisce in modi diversi. Qualcuno trema, o scappa, ma possono anche nascere amicizie preziose e azioni grandiose segno di una splendida umanità personale.
A chi parte così va l’augurio che Laura Pausini canta: Un viaggio ha senso solo senza ritorno se non in volo, senza fermate né confini, solo orizzonti neanche troppo lontani. Perciò, buon viaggio!

don Andrea
(parroco della chiesa di san Francisco a Pucallpa)

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