
Gentile direttore, leggevo che una rivista autorevole misura un indice molto particolare – e molto importante – della vita di un Paese: la felicità. E lo fa analizzando sei aspetti particolari, alcuni consueti – come la salute, l’assenza di corruzione e le aspettative di vita – e altri più insoliti. Fra questi figurano la generosità dei cittadini, la libertà di scelta e la possibilità di avere al fianco qualcuno su cui contare. E’ la Svizzera a ottenere pieni voti seguita dai Paesi anglosassoni, noi siamo al 45° posto su 130 Nazioni (male ma non malissimo); quella più triste è il Togo preceduto da Siria e Burundi. Credo che felicità non significhi assenza di dolore, di problemi, di fragilità. Significa vita sensata, condivisa con altri, concentrati sul dinamismo del voler bene a qualcuno. Quando sentiamo che le nostre giornate sono sensate, che abbiamo cura dell’essenziale, che ci impegniamo per ciò che ha un valore alto e permanente, nonostante le frustrazioni, le sofferenze, i limiti che scontiamo, il filo conduttore dell’esistenza è quello di una felicità discreta, concreta, pronta alla condivisione.
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10.724791
Novellara RE, Italia
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