IL CORTEGGIAMENTO QUESTO SCONOSCIUTO

flirtami-homeGentile direttore, ho l’impressione, suffragata da tanti amici e conoscenti che il corteggiamento sia un’arte che nessuno o in pochi pratichino, una consuetudine caratteristica anacronistica ormai estinta. Nessuno è più capace di fare un complimento anche per la paura di essere equivocato, diversamente da come scriveva Alain Fournier che: “L’approccio è sempre più bello che la conclusione”. Ieri lettere chilometriche, oggi chat, mail ma soprattutto sms usa e getta. Un like, un post, un tweet; vedere alla voce Whatsapp. Chi si espone? Chi rischia? Chi prende l’iniziativa? Negli anni concitati del tutto e subito e del consumo veloce, fare la corte, oltre ad apparire retrò dunque ridicolo, si configura come una perdita di tempo. Troppa fatica, senza contare che insistendo c’è il pericolo di essere denunciati per stalking. Un saggista inglese (Turner) sosteneva mezzo secolo orsono che già allora il corteggiamento necessitava di nuove complicazioni e che i rapporti tra i sessi erano ormai troppo insipidi e avevano bisogno di “essere ravvivati dalla grazia, dalla cortesia, dal fascino e dallo spirito”. Se a quei tempi il corteggiamento veniva dato per moribondo, oggi è semplicemente disintegrato. O meglio rivoluzionato, rispetto a qualche generazione fa. Sbrigativo se non assente. Per resuscitare il corteggiamento classico – sia in vista di un semplice flirt che del grande amore – credo che la ricetta individuata nel 1954 da Turner debba considerarsi ancor valida oggi.

Cordialità
Paolo Pagliani

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