
Gentil direttore, mi chiedo che cosa spinge un giovane a commettere un atto di brutalità, gratuita inaudita ed ottusa come quella perpetrata a Napoli ai danni di un adolescente (aria compressa iniettata nel di dietro). La violenza spesso figlia dell’ignoranza e della stupidità, è riservata dappertutto dai notiziari, ai film, ai video sul web; i ragazi se ne nutrono e la introiettano senza avere gli anticorpi necessari per respingerla con spirito critico e consapevolezza. Trovo inaccettabile la difesa dei familiari del responsabile paragonando quanto successo ad uno scherzo. La famiglia deve farsi carico degli addebiti che troppo spesso la cronaca le consegna: figli lasciati soli nell’immensa piazza virtuale, genitori distratti e stanchi, la solita domanda “com’è andata oggi” ridotta a noiosa abitudine, pensieri altrove e preoccupazioni nel cuore. Ecco ciò che si trova in tante famiglie di oggi: solitudine e stupidità, scarsa scolarizzazione, mancanza di progetti, noia, bisogno del branco. Una miscela ad alto rischio di azioni violente nei confronti del più debole di turno; come un ragazzino di 14 anni.