Gentile direttore, in questi tempi di continue ruberie in ogni settore, specie quello legato alla politica, leggevo una frase di Giuseppe Mazzini che sosteneva: <<Nei tempi antichi, barbari e feroci, i ladri si appendevano alle croci: ma nei presenti tempi più leggiadri s’appendono le croci in petto ai ladri>>.
Del suo rigore morale è emblematica questa citazione che l’ironia non riesce a temperare la verità dell’asserto>>. Ruba un chiodo e sarai impiccato come malfattore; ruba un regno e diventerai principe ammonisce un aforisma cinese. Senza essere giustizialisti, dobbiamo fortemente deprecare che troppi crimini rimangano impuniti o si dissolvano in bolle di sapone quando in di mezzo c’è chi la possibilità di schierare plotoni di avvocati o di ostentare un potere intoccabile. Ma più in generale, bisognerebbe ricordarsi che il merito non sempre è da cercare dietro una croce di cavaliere o commendatore. Dovremmo invece smentire con i fatti una battuta sarcastica di un dramma di Brecht: <<Ti ho insegnato a essere onesto, perché intelligente non sei!>>. L’onestà dovrebbe indicare l’agire ed il comunicare, in maniera sincera e trasparente, principi morali universalmente ritenuti validi. Di strada, noi italiani, ne abbiamo tanta da fare!
Cordialità
Paolo Pagliani