Essere donna è così affascinante. E’ un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai.
Oriana Fallaci
E’ vero che per secoli – e in un certo senso anche ai nostri giorni, (specie oggi tradizionale festa) – essere donna è stata una sfida in cui molte purtroppo si arrendono malamente, assimilandosi nei comportamenti e nei pensieri ai maschi perdendo così un’identità interiore fatta di valori originali, di doni personali, di sensibilità e finezza. Se si dovessero sfogliare le raccolte di aforismi, dei proverbi, delle citazioni, si rimarrebbe sconcertati di fronte alla massa enorme di ironie, sarcasmi e contumelie emesse nella storia – anche da autori celebri e venerati – nei confronti della donna. Così come ora è spesso negativa la costante esaltazione della loro bellezza, vista però come semplice ornamento fisico, destinato a diventare materia commerciale negli spot televisivi accanto ad altri oggetti di lusso. Essere donna in maniera autentica significa, invece, conservare alcune capacità umane che spesso gli uomini reprimono o ignorano, come la delicatezza, la costanza, la libertà di intuizione, la generosità dei sentimenti, l'<<intelletto d’amore>> (come diceva Dante), la tenerezza e così via. Identiche agli uomini come persone, esse hanno una loro originalità da non estinguere ma da custodire con coraggio e testimoniare.
Auguri e serena giornata
RICORDIAMO IL VERO MOTIVO PER CUI SI FESTEGGIA L’8 MARZO
Il pomeriggio del 25 marzo 1911, un incendio che iniziò all’ottavo piano della Shirtwaist Company uccise 146 operai di entrambi i sessi. La maggioranza di essi erano giovani donne italiane o ebree dell’Europa orientale. Poiché la fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d’uscita.
I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari.
Migliaia di persone presero parte ai funerali delle Operaie