La terra ha tremato, e ha tremato tanto quest’anno. Scosse distruttrici, che a tanti hanno tolto la casa, il lavoro, le speranze e a volte, purtroppo, anche la vita.
Dopo la prima, inaspettata, del 20 maggio quelli che hanno potuto, si sono rialzati, si sono guardati intorno, si sono contati le ossa e hanno iniziato immediatamente a rimboccarsi le maniche. Non c’era bisogno di guardare troppo in là per capire che noi di Novellara, tutto sommato, abbiamo patito tanta paura, ma dovevamo far fronte a situazioni di gravità. E allora ci siamo chiesti cosa potevamo fare per i nostri cugini di Reggiolo, per i colleghi di Carpi, per i conoscenti di Moglia, per i compagni di scuola di Finale Emilia. Oppure per gli amici di Cavezzo.
Al Bar Mi&Mi hanno pensato a loro. Come prima cosa, hanno deciso di devolvere alla popolazione del Comune modenese tutti gli introiti che sarebbero arrivati da lì, in poi, con tutta la cioccolata in negozio; ma soprattutto, tramite il signor Giancarlo Tampellini Mirella e Mietta si sono potute mettere in contatto con il responsabile del Campo Abruzzo di Cavezzo. “In quel momento – ci racconta Mirella – la situazione era grave, ma non disastrosa: qualche casa era già per terra, alcuni edifici erano già pericolanti e tante famiglie avevano paura a dormire nelle loro abitazioni. Prima spontaneamente, poi coordinati dalla Protezione Civile abruzzese (da qui il nome del campo), si sono installate alcune tende, come punto d’appoggio per le notti a seguire.”.
Ma la terra non si fermava: tante piccole, fastidiose e preoccupanti scosse, che non permettevano alla popolazione di riprendere le loro attività; fino a quella ancora più devastante e sconfortante del 29 maggio. E di nuovo a doversi rialzare, spaventati, disorientati; e di nuovo a contarsi le ossa. Qualche livido in più, un palo a puntellare qualche edificio, ma il nostro Comune sembrava ancora in piedi, tutto sommato.
E a Cavezzo? “A Cavezzo era un disastro! – continua Mirella – La colonna mobile era arrivata, ma serviva di tutto, per tutti. Sempre grazie al meraviglioso Giancarlo, ci siamo sentite di fare una sola domanda: di cosa avete bisogno? Reti e materassi, ci hanno risposto.”
Dal 30 maggio Campo Abruzzo ha servito fino a 500 pasti al giorno e ospitato fino a 300 unità. Dove le metti a dormire 300 persone, se non hai reti e materassi? E allora Mietta e Mirella cominciano a fare qualche telefonata. I Novellaresi hanno risposto subito e in tanti: la signora Antonietta Mecugni ha immediatamente messo a disposizione alcuni materassi, alcune poltrone e una ventina di nuove reti; il signor Eugenio Cepelli le ha dotate tutte di piedi saldati nella sua azienda e, assieme ad alcune donazioni spontanee (ancora materassi, cuscini e coperte), il 10 agosto scorso è partito un camion, del signor Eunini, verso Cavezzo, carico della marce e di un discreto gruzzoletto ottenuto dai cioccolati e dalle donazioni dirette degli avventori del bar.
“Il materiale che abbiamo inviato, però – tiene a precisare Mirella – non sarà sfruttato solo al Campo: ora che la gente di Cavezzo sta rientrando nelle proprie case quelle reti, quei materassi, vogliono essere anche un simbolo. Da qualche parte, per chi ha perso tutto, si deve pure ripartire; ci farebbe immensamente piacere sapere che anche solo una famiglia ripartirà proprio da un nostro materasso, che potrà passare un Natale al caldo anche grazie al piccolo gesto d’amicizia che Novellara ha dimostrato loro.”.
Perché, forse, ormai siamo persino stanchi di sentircelo dire che “Noi emiliano possiamo farcela da soli”; siamo stanchi di sentircelo dire da individui che lo usano solo come slogan per riempirsi la bocca e a volte svuotarci le tasche. Perché noi, nella solidarietà, ci crediamo davvero, anche di questi tempi, che diventa così difficile farla, perché tutti si ha un po’ meno nel portafoglio.
“Perché noi, la solidarietà, ce la portiamo dentro fin da bambini! – aggiunge Mietta – Alcune ragazze delle scuole medie, fra cui c’era anche mia figlia, hanno proposto di loro iniziativa di curare una bancarella per destinare il ricavato ai loro coetanei di Cavezzo. Nei due momenti di giugno hanno potuto donare più di 1800 euro, grazie all’infinità generosità di tutti gli amici che hanno acquistato qualcosa e, visto lo straordinario successo, riproporranno l’iniziativa il 22 dicembre.”. Ne approfittiamo per suggerirvi di segnarlo sul calendario.
Dicembre è il mese del Natale: ci sentiamo più buoni, più aperti al prossimo; è l’ultimo mese dell’anno e ci permettiamo di fare un po’ di bilanci. Quest’anno è stato un anno decisamente duro. Per tutti. Ma forse, lette queste poche righe, possiamo dire che non tutto è perduto. Che c’è ancora speranza, nel futuro e nel prossimo. Che, nonostante tutto, davvero possiamo risollevarci e battere anche il più beffardo dei destini.
In ultimo, Mirella e Mietta vogliono augurare gioia e serenità alle popolazioni che, ancora oggi, subiscono il dramma del sisma e ringraziare con infinto affetto tutti coloro i quali hanno permesso, attraverso il loro impegno di realizzare quel piccolo miracolo che è l’amore per il prossimo.
Mara Boselli