http://www.cantunews.it/?p=1480
Il terremoto che è avvenuto in Emilia Romagna ha un tragico bilancio. In molti si chiedono quali possano essere le cause dell’evento: secondo gli esperti è il movimento della Dorsale ferrarese nel sottosuolo, mentre sul web in molti ritengono che la causa della scossa sia da ricercare nelle pratiche di “fracking” che consiste, fondamentalmente, in perforazioni idrauliche le quali una volta arrivate in profondità piegano e corrono parallelamente al terreno; nei buchi creati, viene pompato ad alta pressione un po’ di tutto. Si dice che da inizio anno sono stati 632 i terremoti in Italia e gli ultimi tutti in Nord Italia proprio nelle zone vocate a Shale gas interessate alla pratica del fracking. La domanda quindi sorge spontanea: il terremoto è avvenuto per cause naturali come sostengono i media o c’è dietro altro? Possibile che la causa sia da ricercare negli interessi economici che l’Italia ha sulle prospezioni geologiche condotte nel sottosuolo per la ricerca di idrocarburi? Il professor Leonardo Seeber, uno dei più noti sismologi mondiali, docente al Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, alla domanda se questi terremoti sono dovuti a fenomeni di estrazione ha risposto così: “L’Italia si profila lungo un contatto tra placche tettonicamente attive. Estrazione petrolifera o no, in gran parte d’Italia bisogna “temere”, o meglio, programmare i terremoti, come c’insegna la storia prima del petrolio. Più recentemente, si è anche capito che le attività ingegneristiche possono alterare lo stato meccanico della crosta terrestre in maniera sufficiente da triggerare terremoti. Triggerare significa anticipare un terremoto che senza l’intervento umano sarebbe accaduto più tardi. Quindi, rispondo di sì, l’attività estrattiva di idrocarburi è ben conosciuta come un agente che può alterare lo stato meccanico crostale in maniera sufficiente da triggerare terremoti”. A favore della tesi del complotto ci sono parecchi dati oggettivi, che per i meno complottisti posso sembrare semplici coincidenze. Ad esempio gli evidenti segnali di fracking che si sono presentati con quelle strane fuoriuscite d’acqua dal terreno prima del terremoto del 19 Maggio 2012 in Emilia Romagna; oppure il fontanazzo aperto a Bondeno (Ferrara), come si può vedere dalla foto, con la fuoriuscita di acqua e sabbia provocata dall’aumento del livello dell’acqua di falda che ha preceduto le scosse. O ancora le numerose trivellazioni avvenute nel corso degli anni che avrebbero modificato l’equilibrio geologico proprio dell’area compresa tra le province di Modena e Ferrara dove c’è stato l’epicentro di quasi tutte le scosse. Uno dei vertici di questo triangolo, Finale dell’Emilia, è poi all’interno di una concessione mineraria per l’estrazione sia di petrolio che di gas: la concessione Mirandola, ex ENI ceduta da qualche anno alla controllata di Gas Plus Padania Energia. Questa concessione e’ attiva, con otto pozzi, da nove anni. Se a questo si aggiunge che qualche giorno fa il ministro Romani è andato a parlare all’Unione Petrolifera Italiana ed ha affermato “Che l’Italia ha bisogno di un significativo contributo dalle produzioni nazionali di idrocarburi già a partire da quest’anno” e che da quando il ministro ha concesso le autorizzazioni ai petrolieri americani per effettuare prospezioni ed estrazioni sul territorio italiano, i terremoti sono aumentati in maniera preoccupante, anche in zone normalmente considerate a basso rischio, la tesi complottisca pare non essere poi così tanto inventata…
- Terremoti e attività petrolifere
- Nei pressi del pozzo di reinezione ENI Costa Molina 2 non cresce più l’erba
- Interrogazione parlamentare sul pozzo di reinezione Monte Alpi 9 Or Deep
- Perché c’è silenzio sul nuovo pozzo di reinezione ENI di Grumento Nova?
- Rischio sismico da petrolio, la Regione ascolti l’INGV e non l’ENI
- Le trivellazioni, il fracking e i terremoti
- Terremoto, trema l’area del contestato maxi deposito di gas
- L’uomo che guarda nascere gli Appennini. Rischio sismico ed estrazioni di petrolio
- Centro olio ed incremento delle estrazioni petrolifere: Viggiano alza la voce
- Regione autorizza società produttrice di fluidi di perforazione
Ma avete proprio voglio di sposarla fino in fondo questa tesi. Ma ci avere però pensato che 1) i terremoti sono sempre avvenuti anche prima delle trivellazione anche in questa zona (Novellara 1996; Bologna 1929, vi dicono niente?) 2) in tanti posti dove fanno le trivellazioni non v’è traccia di terremoti?
Una precisazione Rinaldo Pace sposa questa tesi, il sottoscritto no.
marco villa
L’articolo è una semplice cronaca di due visioni sull’accaduto, senza voler indirizzare ad acluna conclusione; due tesi: una scientifica e una definita “complottisca”. Ognuno è libero di credere a una delle due versioni. Proprio ieri sera nello speciale in prima serata di “Porta a Porta” si è discusso sull’argomento. Semplice discussione…
“….le attività ingegneristiche possono alterare lo stato meccanico della crosta terrestre in maniera sufficiente da triggerare terremoti. Triggerare significa anticipare un terremoto che senza l’intervento umano sarebbe accaduto più tardi….”
A parte l’orrida traduzione di “trigger”, che sarebbe poi innescare o scatenare, devo dire che almeno l’esperto citato ha una visione lucida del problema. L’eventuale induzione di un sisma tramite iniezione di fluidi sarebbe un intervento positivo: significa far arrivare in anticipo un sisma che in caso contrario rischia di manifestarsi più in là nel tempo e più violento. Comunque nella bassa modenese c’è stato semplicemente un movimento della dorsale ferrarese…..